L'Aquila, a Laqtv parla Dionisi: 'Mi sono sentito sminuito. Il potere di firma? Serve a tracciare il denaro che entra nel club'
Dopo le parole di domenica di Michele Boldrini, ai microfoni di Laqtv è tornato a parlare proprio l'ormai ex consigliere delegato rossoblù, Giulio Dionisi.
Nell'intervista di Matilde Albani il punto della situazione sulla sua figura ma anche uno sfogo condito da una buona dose di amarezza e rassegnazione, dopo l'emarginazione di fatto a cui è stata indotta, dopo la nomina ad amministratore di Miani, quella che era diventata figura di riferimento, anche un po' paterna, per tutta la squadra e lo staff. L'unica che ha saputo parlare al gruppo in momenti difficili, che ha saputo battere i pugni nei confronti della proprietà, che è riuscito a mettere un paletto alla porta della stalla quando i buoi stavano per scappare.
"Le parole di Boldrini non possono che far piacere - inizia Dionisi - Evidentemente ho lavorato talmente bene che gli unici che se ne sono accorti sono i giocatori. Ho cercato di non far mancare nulla a un gruppo abbandonato a sé stesso".
Nel servizio anche la conferma, a detta di Dionisi, che gli impegni assunti dalla proprietà verranno mantenuti per portare a termine la stagione.
I ruoli che mi hanno offerto? Mi sono sentito abbastanza sminuito per quello che abbiamo fatto sia io, sia Piero Rotilio, altra persona che in questo mese e mezzo ha dato tutto."
Poi, forse, uno dei passaggi più significativi. "Il potere di firma? Non è che debbano darla per forza a me, ma almeno la diano anche a Rotilio o Bastida, di modo che il denaro che uno possa portare all'interno della società possa essere tracciato".
Infine i rapporti con l'amministratore unico Miani. "L'ho incontrato solo due volte, il 21 dicembre e il 5 gennaio. E questa cosa ci è dispiaciuta, perché nel frattempo non si può lasciare la squadra abbandonata a sè stessa. La mia permanenza nel club? Non dipende da me ma da loro" conclude Dionisi.
Alessandro Fallocco