Cambiando l'ordine degli interpreti il risultato non cambia. Già, perchè la prova di forza di Savona ha ancora una volta dimostrato che L'Aquila sa essere squadra forte, indipendentemente dai moduli, dai giocatori che scendono in campo e dal valore degli avversari. E' tutta una questione mentale, di sicurezze, di determinazione. Anche di compattezza verrebbe da dire. Da un po' di settimane a questa parte i ragazzi di mister Zavettieri sembrano quasi aver ritrovato quello smalto e quella voglia che avevano caratterizzato buona parte del girone d'andata, quando questo gruppo macinava punti e vittorie con una straordinaria sicurezza, spaventando le pretendenti al salto di categoria ed infiammando un'intera città.
Ma non è certo il momento di fossilizzarsi sul passato, nemmeno ripensando ai problemi di gestione dello spogliatoio, alle polemiche, al calo di entusiasmo della società, ai troppi punti lasciati per strada tra gennaio e febbraio. C'è un campionato da portare a termine, e le somme si tireranno soltanto alla fine. Nel bene o nel male.
Andare avanti cercando di ragionare giorno dopo giorno, gara dopo gara, è l'unico modo per non cadere di nuovo. Senza eccessive pressioni e con la giusta serenità. Difficile far girare la palla quando gli obblighi di classifica diventano un macigno pesantissimo. Lo ha capito anche la società, che con il suo intervento, e le sue dichiarazioni dai toni più pacati, seppur tardivamente, ha rimesso la chiesa al centro del villaggio.
Le cinque partite che rimangono saranno tutte finali. Ma con questo ritrovato spirito possono essere affrontate con maggiore fiducia. Magari ripartendo dai colpi di Virdis, dalla solidità di Del Pinto, l'estro di Corapi e la grinta di capitan Pomante. La classifica direbbe -1 dal terzo posto (ma noi non la guardiamo). L'8 aprile si recupera Reggiana-Pisa. Chissà che gli dei del calcio non siano stavolta magnanimi anche con chi ha sbagliato tanto. Il futuro è già oggi, basta saper rimanere con i piedi a terra.