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Lega Pro. Zavettieri: “Il nostro avversario più duro si chiama L’Aquila”

Il tecnico rossoblu in conferenza stampa: “Deluso dall’atteggiamento passivo della squadra. E’ il momento della scossa”

È un Nunzio Zavettieri visibilmente deluso quello apparso oggi nella conferenza stampa post (disastro) San Marino. Il tecnico calabrese non ha per nulla digerito l’atteggiamento arrendevole dei suoi. Soprattutto dopo che la squadra era andata in vantaggio ed aveva tutte le possibilità di portare a casa un risultato, ed una prestazione, positivi.

Essendo io il primo responsabile, la cosa che più mi delude è il non vedere quello che ci proponiamo di fare, a prescindere dal risultato. Se la squadra non è spavalda non mi diverto. Mi ero illuso perché la prima mezz’ora avevamo fatto molto bene, eravamo corti e compatti. La posizione di Pacilli stava dando risposte importanti. Dopo il vantaggio ci siamo spenti. Poi, preso il gol nel secondo tempo ci siamo sciolti e non ci abbiamo capito più nulla. Dopo il 2-1 abbiamo avuto una reazione più emotiva che razionale. Abbiamo cambiato qualcosa e siamo riusciti a pareggiare. Ma il terzo gol ci ha tagliato le gambe. Dopo Piacenza avevo detto ai ragazzi che non avrei più voluto vedere un atteggiamento passivo in mezzo al campo. Dobbiamo sicuramente continuare a lavorare per non rovinare quanto di buono fatto fino ad oggi, imparando ad uscire dal campo senza rimpianti e dando tutto quello che abbiamo. Dobbiamo farlo per noi stessi, per la società e per i nostri tifosi. Questa è l’aspetto più importante. Al di la della tecnica e della tattica. E’ il momento di darci una scossa per trovare la giusta continuità. Per questo testa subito al Teramo. Dovremo fare una grande gara.

E ancora “Una squadra che vuole fare un campionato importante non può permettersi cali di tensione di questo tipo. Avevamo la partita in pugno e ce la siamo lasciata sfuggire. Questo è preoccupante. Vero che dopo il mercato dobbiamo ancora integrarci bene, ma così non va. Le possibili motivazioni, a mio avviso, sono tre: o i ragazzi non mi ascoltano, ma così non si spiegherebbero le grandi prestazioni che abbiamo fatto contro Ascoli e Grosseto, o i giocatori non hanno il giusto carattere per gestire questi momenti, oppure dobbiamo trovare il modo di essere ancora più offensivi per darci un vantaggio psicologico durante le gare. Tra Prato e San Marino abbiamo buttato al vento 5 punti. Adesso ci vuole una risposta importante. Lasciamo perdere i risultati. Entriamo in campo dando l’anima e a fine campionato tireremo i conti.

Sulle “eccellenti” esclusioni di sabato afferma “Sandomenico è un giocatore dalle caratteristiche importanti. Visto che nelle ultime uscite il San Marino aveva palesato un calo nel secondo tempo, avevo pensato di tenerlo fuori per sfruttare il suo impatto nella ripresa. Per Maccarrone il discorso è diverso. Aveva ancora bisogno di qualche giorno per riprendersi al meglio dall’operazione al naso e non ho voluto rischiarlo, anche se avrei potuto farlo. Il campo ha però detto che le mie scelte, evidentemente, sono state sbagliate.

Difficile comprendere come mai L’Aquila non riesca a trovare le giuste motivazioni contro le cosiddette piccole. “I ragazzi si allenano bene ogni settimana. E’ chiaro che in gara ci manca ancora qualcosa sotto l’aspetto mentale.

D’ora in poi le scelte di Zav saranno diverse. “A parità di condizione, manderò in campo chi mi da più garanzie da un punto di vista caratteriale, di orgoglio e di attaccamento alla maglia.

In chiusura, spazio per un appello fatto col cuore. “In momenti come questi si deve vedere la forza di una squadra, di una tifoseria e di una città. Capisco che l’ambiente cerchi di darsi una spiegazione per questa involuzione. In ogni categoria le squadre vivono questi periodi. Dobbiamo stare uniti perché solo insieme si esce da questa situazione. Tutti dobbiamo sostenere la squadra e la squadra deve essere brava a farsi sostenere con l’atteggiamento e la determinazione giusta, uscendo dal campo senza rimpianti. Soprattutto in un campionato duro ed equilibrato come questo. Ora non abbiamo più margini di errore. Dobbiamo capire che la corsa è su noi stessi. Se debelliamo il prima possibile questi difetti che abbiamo, noi faremo la nostra corsa e poi vedremo alla fine dove saremo. Il nostro avversario più duro si chiama L’Aquila.