L’atteso derby tra L’Aquila e Avezzano tornerà a giocarsi. Così come la sfida tra i teatini e i rossoblu, anche l’incontro del 1° maggio rievoca un certo fascino. Nel periodo recente le due compagini si sono date battaglia in Serie D e l’ultima sfida al Gran Sasso-Acconcia valeva per il 28° turno del Girone F del quarto campionato nazionale.
Era il 25 marzo del 2018 e le due piazze vivevano momenti completamente differenti. L’Aquila era alle prese con le solite querelle societarie che hanno concretamente contraddistinto quella stagione. Ma nonostante questo la squadra all’epoca dei fatti allenata da Pier Francesco Battistini, stava gettando il cuore oltre l’ostacolo lottando per un posto play off. D’Altro canto, in casa avezzanese si stava vivendo una stagione a dir poco sensazionale. Dietro alle corazzate marchigiane (Matelica e Vis Pesaro), c’erano i biancoverdi allenati da Federico Giampaolo che prima del derby erano reduci da 10 risultati utili consecutivi. Questa differenza la si respirò anche quel giorno al Gran Sasso. In quell’anno la curva rossoblu era praticamente deserta a ogni gara dell’Aquila proprio per via dell’attrito che si era creato con il vecchio sodalizio. Sarà stato l’effetto derby, ma qualche persona in più contro l’Avezzano ci fu, ma non ebbe nulla a che vedere con il pubblico delle grandi occasioni che si riscontrò l’anno prima sempre in un L’Aquila-Avezzano. Dalla marsica invece, i tifosi vennero eccome. Oltre 300 supporters furono disposti a gara già iniziata nella curva ospiti.
Finì 1-1 quel giorno con l’Avezzano che passò in vantaggio grazie al gol di Cerone, ma i rossoblu risposero sempre nel primo tempo con Ibe. Aquilani che nel secondo andarono vicino al gol della vittoria con Fabrizi, con l’attaccante che colpì il palo a porta sguarnita. Poco prima Cafiero aveva salvato sulla linea un tiro di Dos Santos. Una gara emozionante, divertente giocata a viso aperto dalle due squadre.
Era L’Aquila di Steri, di Pupeschi, di Cafiero, di Boldrini, di Ruci, di Padovani e di un Adriano Esposito che dopo l’addio di Ibojo prese il suo posto nella difesa a tre e fece capire la sua forza (lo saprà anche Giampaolo che a Recanati lo faceva sempre giocare). Era l’Avezzano di Dos Santos, di Cerone, di Pellecchia (ora a L’Aquila), di D’Eramo, di Menna e di Fanti, ma giusto per citarne alcuni. Quella squadra arrivò al 3° posto (massimo traguardo raggiunto nell’era Paris). L’Aquila qualche mese dopo non venne iscritta in Serie D e ripartì dalla Prima Categoria mentre l’Avezzano dopo due anni di Serie D è scesa in Eccellenza in un periodo in cui vi è stato un doppio passaggio di proprietà con protagonisti sempre Paris e D’Alessandro.
Il 1° di maggio si ritroveranno di fronte, ma sarà diverso. Si giocherà a porte chiuse e le due curve saranno completamente vuote a causa delle restrizioni anti Covid. Ciò renderà il derby meno affascinante rispetto al solito, ma resta un confronto che ha sempre il suo perchè.
Pierluigi Trombetta