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Addio a Papa Francesco, il Pontefice del popolo e del pallone

Il mondo saluta Jorge Mario Bergoglio: primo Papa argentino, gesuita e grande tifoso del San Lorenzo. Tra fede, umanità e passione calcistica, lascia un’eredità spirituale e sociale senza precedenti.


Il mondo intero piange la scomparsa di Papa Francesco. Il Pontefice, nato Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires nel 1936, si è spento all’età di 88 anni nella sua residenza a Casa Santa Marta. L’annuncio ufficiale è arrivato alle 7:35 di questa mattina per voce del cardinale Kevin Farrell: “Con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco”.

Francesco è stato un Papa rivoluzionario sotto molti aspetti: il primo a provenire dal continente americano, il primo gesuita, il primo a scegliere il nome del poverello di Assisi. Ma accanto al profondo impegno spirituale e sociale, c’è un tratto che lo ha reso ancora più umano e vicino alla gente: la sua sconfinata passione per il calcio.

Tifoso dichiarato del San Lorenzo de Almagro, una delle squadre storiche della Primera División argentina, Papa Francesco non ha mai nascosto il suo amore per lo sport più popolare del mondo. “Ricordo molto bene e con piacere quando, da bambino, con la mia famiglia andavamo allo stadio, El Gasómetro”, raccontava in un’intervista del 2021. “La gioia di quei momenti è stata una scuola di vita. Anche se non ero bravo, giocavo in porta. Il portiere deve essere pronto a tutto: è come nella vita, bisogna sempre essere attenti e reattivi”.

Il suo legame con il calcio è stato metafora della sua visione del mondo: inclusivo, umile, fatto di gioco di squadra e attenzione agli ultimi. Come il calcio di strada della sua infanzia, con i palloni fatti di stracci, la famosa “pelota de trapo” che insegnava la bellezza del poco e il valore della fantasia.

Papa Francesco ha lasciato un segno profondo anche in Italia, e in particolare in Abruzzo. Memorabile la sua storica visita a L’Aquila nel 2022, durante la Perdonanza Celestiniana, quando aprì la Porta Santa nella Basilica di Collemaggio e si rivolse agli aquilani con un semplice, ma potentissimo: “Jemo ‘nnanzi!”.

Il suo pontificato, lungo più di dieci anni (13 marzo 2013), è stato contraddistinto da gesti forti, parole semplici e messaggi diretti al cuore. Dalla lotta contro le ingiustizie sociali all’impegno per la pace, dal dialogo interreligioso alla tutela dei più poveri, Bergoglio ha incarnato una Chiesa vicina alla gente.

L’Europa lo saluta con commozione. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha scritto su ‘X’: “Il suo sorriso ha conquistato il mondo. Sarà ricordato per il suo amore per la vita, la speranza nella pace e la giustizia sociale. Che riposi in pace”.

Papa Francesco lascia un’eredità profonda, fatta di parole, gesti e simboli che continueranno a illuminare il cammino di milioni di credenti e non. Come un portiere che ha saputo proteggere il cuore del mondo, con fede, coraggio e umanità.

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