Il club sull’orlo del fallimento, tra debiti, penalizzazioni e una possibile nuova scomparsa. Il calcio siciliano trema.
Il calcio siciliano sta vivendo ore drammatiche. L’ACR Messina è a un passo dal baratro: tra crisi economica, penalizzazioni sportive e udienze in tribunale, il club peloritano rischia seriamente la sparizione. Servono oltre 800mila euro entro il 6 giugno per salvare l’iscrizione in Serie D, ma la scadenza sembra impossibile da rispettare.
La retrocessione, aggravata da 14 punti di penalità da scontare nella prossima stagione, ha fatto crollare il progetto sportivo. Ora l’incubo fallimento è più concreto che mai: il 10 giugno il Tribunale Fallimentare potrebbe mettere fine ufficialmente all’era iniziata nel 2017. Un’altra pagina nera per una piazza già segnata da tre ripartenze negli ultimi 32 anni.
Anche una ripartenza dall’Eccellenza appare complicata: la presenza della Messana, fresca vincitrice del campionato di Promozione, e i vincoli normativi rendono l’iscrizione in soprannumero un rebus. Solo un progetto serio e nuovi investitori – oggi mancanti – potrebbero evitare l’ennesimo dramma.
Le parole di Pietro Franza, ex presidente del FC Messina, sono un pugno nello stomaco: “Senza garanzie, nessun imprenditore investirà due milioni per un club senza certezze”. E il peso della gestione Sciotto, ritenuta fallimentare da larga parte della piazza, grava come un macigno su ogni tentativo di rilancio.
Ora resta solo una possibilità concreta: ripartire dai dilettanti, ricostruendo un’identità perduta e cercando di restituire dignità a un club che fu grande. Un percorso lungo, doloroso, ma forse necessario.