Come abbiamo già detto, il ruolo del portiere, da qualche anno a questa parte è molto cambiato. Vi giuro, ho avuto veramente bravi allenatori…(Dionisi, Boldizar, Conti, Di Bitonto, Jacobucci, Attardi e tanti altri ancora) nessuno di loro però ha mai provato ad insegnarmi a giocare con i piedi.
Oggi se il portiere non si allena a calciare, non potrà mai giocare veramente in porta. Allenamenti specifici sono stati studiati e poi adottati dai più grandi preparatori. Sapere usare i piedi per un portiere è diventato, ormai, un elemento essenziale.
L’addestramento tecnico del portiere oltre, chiaramente, all’abilità nell’uso delle mani, deve tendere a formare un calciatore capace di eseguire con disinvoltura ed efficacia anche i gesti tecnici fondamentali degli altri componenti della squadra.
Le reali situazioni di gioco devono altresì coinvolgere il portiere alla partecipazione totale d’addestramento. Partitelle a uno o a due tocchi, rilanci a scavalcare, ecc... sono allenamenti studiati sia per la squadra che per il portiere. Già nel riscaldamento è coinvolto come calciatore d’azione per far sì che prenda sempre più confidenza con il pallone e metta in pratica ciò che ogni buon allenatore pretende da lui. Il fatto stesso che, l’estremo difensore non giochi più sulla linea di porta (come ai vecchi tempi) la dice lunga su quanto si debba allenare un portiere a calciare.
Abitualmente i preparatori dei portieri di squadre dilettantistiche, dedicano poco tempo a esercitazioni con i piedi, mentre quelli delle squadre professionistiche dedicano anche due sedute settimanali.
Per i giovani (parlo di pulcini ed esordienti) un allenatore deve alternare sempre tutti i calciatori a svolgere le mansioni di ogni ruolo e chiaramente anche quello del portiere.
MAURO LAURI