In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo: siamo
al 154° giorno di guerra tra Russia e Ucraina; il prezzo del gas che sale alle
stelle; le economie nazionali e mondali rallentano; i prezzi dei beni di prima
necessità aumentano a causa della galoppante inflazione; le persone comuni
iniziano a patire i primi disagi di questo tremendo periodo contrassegnato dal
caro bollette e dai costi lievitati di ogni bene, ecco che qualche riflesso, di
questo pazzo momento, arriva anche nel calcio dilettantistico abruzzese.
Il 16 luglio scorso la Società Sportiva San Gregorio ha
trovato, nel merito, talmente interessante il post di un appassionato di calcio,
che parlava nello specifico di Prima categoria, tanto da farlo suo e da condividerlo
sulla pagina del club aquilano che milita in Promozione (in foto copertina).
Il San Gregorio, con cognizione di causa essendo una società
di calcio, ha avuto il coraggio di
affrontare pubblicamente e a tutto tondo il tema “tabù” dei rimborsi – forse salati
- nel calcio dilettantistico facendo intendere che i “rimborsini” chiesti dai calciatori sono eccessivi: “Ci sono personaggi che chiedono rimborsi
sopra alle 1000 euro o giù di lì, addirittura fuoriquota che non hanno mai giocato
un campionato intero di Promozione prendere 500 euro mensili.” - sia per il
momento che stiamo vivendo che per la categoria Promozione. – “Al di là del fatto che i campionati sono a
14 squadre e quindi meno impegnativi, che il livello non è basso, ma sottozero,
ricordatevi sempre che siamo in un momento di crisi a livello mondiale tra le
più importanti degli ultimi 50 anni”.
Nel post c’è spazio anche per due punzecchiature: “Con quale faccia” - domanda apertamente
l’autore del post ai calciatori “vi
presentate davanti ad un dirigente” nel chiedere certi rimborsi?; e poi “Purtroppo a chi dovrebbe
controllare il tutto, interessa altro (soldi dell’iscrizione ai campionati per
intendere) nessuno incentiva le società che investono sui settori giovanili ma
fanno plausi a chi non fa neanche il campionato Juniores e non ha una struttura
adeguata per poter giocare emigrando altrove”.
Ma non finisce qui. Il writer, con amarezza, costata ed il
San Gregorio condivide, che certe richieste di “rimborsi” accordate da alcune
società spingono il mercato a prezzi folli “drogando” la piazza e danneggiando
l’intero sistema: “La cosa più deplorevole
poi, e che si sono società che avvallano le loro pretese e si abbassano i
pantaloni”.
A questo punto, caro lettore, rivolgendoci alla tua anima di
sportivo, di appassionato di calcio o addetto ai lavori ti domandiamo: nel
calcio dilettantistico le tematiche sollevate dalla Società San Gregorio sono deontologicamente
condivisibili? E’ giunto il momento introdurre il far play tra società per
limitare la corsa al rilancio? Per i tempi che viviamo è accettabile che un
calciatore che calca i campi di Promozione prenda anche 1000 euro mensili di
rimborsi?
Ed ancora: essendo il calcio mercato regolato dal libero
mercato è giusto che sia solo l’incrocio tra domanda ed offerta a fare il
prezzo o sarebbe opportuno calmierare i rimborsi, ispirandosi al proposto price
cap del gas nell’Eurozona, o occorre semplicemente fare più controlli sull’elargizione
dei rimborsi?”
Aspettiamo le vostre opinioni.