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L'ex allenatore dell'Atletico Preturo, Marco Di Meo, ora del Poggio Picenze, si toglie qualche sassolino nella scarpa dopo l'esperienza in biancorosso.
L'Atletico Preturo dopo aver raggiunto con fatica e merito la promozione in Prima Categoria, per motivi vai, ha perso in poche stagioni questo enorme patrimonio sportivo. In questa stagione sta disputando il campionato di Terza e in poco meno di 6 mesi ha già cambiato 3 allenatori: dopo mister Andrea Terra a novembre é subentrato Marco Di Meo e a dicembre é stato promosso allenatore Virgilio Lattanzi.
Mister Di Meo, clicca qui per approfondimenti, come commenta la sua esperienza in casa dell'Atletico Preturo?
"Disastrosa. Se prima del mio ingresso con la società si era d'accordo su alcuni spunti organizzativi e tecnici (acquisto di cinesini, ostacoli, ecc...), subito dopo il club é scomparso. La rosa mi era stata descritta come folta e numerosa, invece si é rilevata tutto il contrario. Diverse volte é successo che eravamo 11 contati, grazie al fatto che passavo io a prendere i giocatori a Pianola o nelle loro residenze."
Insomma é stato ingannato ?
"Mi dispiace ammetterlo, ma é così. Ma non finisce qui: in una società che scende dalla Prima alla Terza Categoria avrei dovuto trovare un'organizzazione stabile e rodata, invece ... Il presidente, unico dirigente che fattivamente si vedeva ogni tanto, arrivava in ritardo alle gare ufficiali, non ci metteva a disposizione sufficienti maglie da gioco oppure ricomparivano alla fine o addirittura la società di casa ce le ha prestate. Insomma, tutto l'opposto di una organizzazione pur se dilettantistica."
A livello comportamentale, come si è trovato?
" Peggio che mai. Sono stato allenatore dell'Atletico Preturo per 5 gare ufficiali, in 3 il massimo vertice societario é stato allontanato dal campo dagli arbitri: tutto riscontrabile dai comunicati FIGC. Allontamenti, aggiungo, sacrosanti: non si può veicolare sui campi da gioco, nel 2017, che gli arbitri vogliono colpire L'Atletico Preturo. Sono messaggi sbagliati che mai una società dovrebbe diffondere, tanto più che serve solo a fomentare i giocatori essendo attività prodomiche per fatti potenzialmente più gravi."
Mister, alla luce di quanto sta ricostruendo, è stato quindi "costretto" a dimettersi ?
"Sono stato io a dimettermi e non sono stato sollevato dall'incarico, come qualcuno dice. Con dei ragazzi splendidi, ma pochi, un terreno di gioco al limite dell'agibilità e della sicurezza, vedasi interruzione della recinzione del campo, e di una società fantasma, non potevo fare diversamente"
Perchè questo sfogo?
"Tutti devono capire che fare calcio non è un'obbligo. Se non ci sono le condizioni, non si mette su una società e non si va a fare scouting nelle varie Facoltà universitarie per tappare i buchi organici della rosa, per tirare avanti. Questo articolo spero che servi a tutti gli addetti ai lavori per una maggiore attenzione morale e sostanziale al mondo del calcio, affinché si cresca anche a livello culturale ed organizzativo."
