L’Aquila 1927 è ormai di proprietà dei tifosi. Un’operazione che non ha mai nascosto una certa strategia e che ora potrebbe finalmente sbloccare il prossimo futuro rossoblù.
Ma cosa potrebbe accadere dopo questa piccola rivoluzione? Innanzitutto va riconosciuto all’operazione il merito di aver saputo sbloccare definitivamente la querelle societaria. Si chiude l’era di Marco De Paulis, presidente anch’egli sedotto e in una certa maniera abbandonato dalle promesse della politica. La sua gestione è andata in affanno quando certe promesse non si sono concretizzate. E la cosa non può che essere d’insegnamento per il futuro.
Adesso, posto che la tifoseria non può garantire le risorse necessarie a vincere, al Trust il compito di traghettare il club in mani solide. Dopo il raffreddamento del gruppo capeggiato dall’imprenditore romano Franco Malatesta, resta in campo il solo gruppo di imprenditori locali messo su da Fabrizio Rossi e coagulatosi intorno alla figura di Eliseo Iannini. Accanto a lui Mauro Scopano, l’ingegner Cimini e una serie di imprenditori disposta a sponsorizzare.
La cosa migliore, visto il recente passato, sarebbe che nel club entrassero in prima persona gli imprenditori coinvolti. Per dare concretezza e personalità al progetto. Insomma, per metterci la faccia. Ma visti i tempi che stringono e che, soprattutto ai primi passi, consultare e mettere d’accordo più soggetti tra il periodo di ferie e i mille impegni lavorativi diventa l’antitesi del decisionismo e della tempestività, potrebbe profilarsi l’idea che pur di partire con l’allestimento della rosa e la programmazione della stagione, il gruppo locale possa stringere un accordo col Trust per finanziare il club lasciando la proprietà e la presidenza in capo al Trust, almeno per il momento.
Alessandro Fallocco