• Classifica Serie D (girone F)
ps squadra pt g v n p gf gs
1 Campobasso 70 34 20 10 4 55 29
2 L'Aquila 1927 68 34 20 8 6 40 22
3 Avezzano 59 34 17 8 9 50 33
4 Sambenedettese 58 34 15 13 6 57 35
5 Roma City 52 34 14 10 10 56 37
6 Vigor Senigallia 49 34 13 10 11 55 50
7 Atletico Ascoli 49 34 12 13 9 38 33
8 Chieti FC 1922 48 34 12 12 10 35 34
9 S.N. Notaresco 45 34 11 12 11 37 38
10 Termoli 43 34 11 10 13 29 36
11 Sora calcio 1907 41 34 10 11 13 37 37
12 Forsempronese 1949 41 34 8 17 9 27 28
13 Real Monterotondo 41 34 12 5 17 42 60
14 Tivoli calcio 1919 39 34 11 6 17 38 54
15 United Riccione 37 34 10 7 17 48 51
16 A.J. Fano 32 34 6 14 14 35 47
17 Vastogirardi 29 34 7 8 19 26 50
18 Matese 26 34 6 8 20 20 51
Promossa Playoff Playout Retrocessa
  • Risultati 34ª giornata — Serie D
Casa Ospite
domenica 05 maggio 2024 — 15:00
A.J. Fano 5 2 Real Monterotondo
Atletico Ascoli 4 2 United Riccione
Campobasso 1 1 Termoli
L'Aquila 1927 1 0 S.N. Notaresco
Matese 0 0 Chieti FC 1922
Roma City 4 2 Vastogirardi
Sora calcio 1907 1 2 Avezzano
Tivoli calcio 1919 1 0 Forsempronese 1949
Vigor Senigallia 3 5 Sambenedettese
Risultati aggiornati al: 05 mag 2024
  • 35ª giornata — Serie D
  • Non sono presenti dati sul prossimo turno!

Scuola Calcio: i baby calciatori devono imparare giocando

“Caro amico non con la costrizione dovrai formare i fanciulli, ma con il gioco”. Queste sono parole del grande filosofo greco Platone. E circa 1900 anni dopo ad una domanda nella quale si chiedeva cosa è utile per stare bene, Freud rispondeva così: “per stare bene bisogna essere capaci di amare, lavorare e….giocare”

Prendendo spunto dalle parole di questi due grandi personaggi voglio fare una riflessione su quanto sia importante il gioco per la formazione del bambino;  siccome anche il calcio, prima di essere uno sport è un gioco, è fondamentale che gli istruttori e gli allenatori dei settori giovanili sviluppino questo aspetto prima degli altri.

Specialmente nei primi anni delle scuole calcio, l’aspetto ludico deve essere prevalente; i bambini devono poter giocare e divertirsi, senza dover subire pressioni, rimproveri bruschi dopo un errore commesso; rimproveri che potrebbero mettere in difficoltà il bambino nei confronti dei suoi compagni di giochi; il bambino deve essere libero di poter sbagliare; il bravo istruttore, partendo dall’errore, riuscirà a dare i consigli giusti al bambino per poter trovare da solo la soluzione (metodo induttivo)

Questa mia osservazione potrebbe sembrare scontata, ma non è così: ci sono allenatori,  per fortuna non sono molti, per i quali è più importante il risultato, la vittoria, per  potersi vantare di essere bravi; per non parlare dei genitori, i quali pensano al loro figlio come un campione e già dal primo allenamento immaginano chissà quale carriera per il loro bambino, caricandolo così di ansia e responsabilità che il bambino stesso non è in grado e non deve sopportare.

Voglio farvi una domanda: quanti sono i genitori che dopo un allenamento, tornando a casa con il figlio gli chiedono se si è divertito? Credo molto pochi: le domande sono altre: la tua squadra ha vinto?  Hai fatto gol? Ti sei fatto notare dal mister? Il mister ha detto che sei bravo?. Ecco, credo che questo sia un approccio sbagliato: nostro figlio ha il diritto di non essere un campione, ha il diritto di divertirsi e di giocare in un ambiente sano  con mezzi e strumenti adeguati; ha il diritto ad avere un istruttore formato e qualificato che abbia come primo obiettivo la crescita e la maturazione del bambino stesso, che faccia questo mestiere per passione e non perché ha ambizione di carriera: con i bambini questo non è possibile, non è giusto; il mio consiglio a questi tipi di allenatore è quello di abbandonare immediatamente il settore giovanile; a chi invece resta, il consiglio è quello mantenersi in costante aggiornamento, di seguire i corsi che la federazione mette a disposizione, di confrontarsi con gli altri; con il confronto si impara e si cresce.

Una ricerca della FIGC di qualche anno fa ha evidenziato che su 100.000 bambini che iniziano a giocare a calcio in un settore giovanile, soltanto 1 arriva in serie A: ecco, a noi istruttori di scuola calcio interessano anche gli altri 99.999, perché se è vero che non arriveranno mai a giocare nella massima serie un giorno saranno uomini, padri di famiglia e dovranno ricordarsi piacevolmente di quando, da bambini, giocavano a calcio.

E’vero che ci sono anche altri aspetti molto importati quali quelli delle capacità motorie e coordinative  che i bambini di oggi hanno meno possibilità di sviluppare rispetto a quando ero bambino io; credo però che un bravo istruttore saprà farle  migliorarle sempre attraverso il gioco.

Non esiste una strada verso la felicità; la felicità è la strada, quindi il gioco: e noi allora lasciamo giocare e facciamo divertire i bambini che ci vengono affidati: il loro sorriso sarà per noi la più bella ricompensa del nostro lavoro.

Concludo con un forte in bocca al lupo a tutti quegli allenatori che stanno per iniziare la nuova stagione con il loro ragazzi; in particolare agli istruttori delle scuole calcio del nostro comprensorio, colpito dal sisma del 6 aprile, dove, dopo 4 anni, ancora mancano spazi e luoghi di aggregazione e dove spesso il campo di calcio è l’unico modo per poter incontrare altri bambini e giocare insieme; il compito che li attende è ancora più gravoso, ma, proprio per questo, molto più gratificante.

Vi auguro, di cuore, un anno ricco di serenità e soddisfazioni….naturalmente giocando.

Adolfo Scimia

Allenatore di base Uefa B