La posizione del portiere
FASCE D'ETÀ: Tutti
OBIETTIVO PRINCIPALE: Difesa della porta
OBIETTIVO SECONDARIO: Presa di posizione
Obiettivi dell'esercizio (a cosa serve): Giusto posizionamento nella porta, chiusura dello specchio della porta
Descrizione:
Nello stesso modo in cui un difensore deve sapere come posizionarsi rispetto all’avversario e alla posizione del pallone per essere il più efficiente possibile in ogni situazione, così il portiere deve sapersi muovere in porta, e in particolare sulla bisettrice, per essere sempre nella giusta posizione d’intervento.
Per iniziare l'analisi degli aspetti tecnico-tattici di base per una buona difesa della porta partiremo proprio da qui, dalla bisettrice.
Dal settore giovanile al professionismo di massima serie non bisogna mai dimenticare di proporre in allenamento esercitazioni che sviluppino l’abilità del portiere ad essere nella corretta posizione o a ritrovarla dopo un qualsiasi intervento.
L’allenamento e l’esperienza dovranno portare il portiere a leggere la posizione e vedere la porta anche se rivolti verso il campo e l’avversario. LA BISETTRICE. Ce l’hanno insegnato a scuola: la bisettrice è il luogo dei punti del piano equidistanti dai lati dell'angolo. Per il portiere l'angolo di riferimento è quello che ha come vertice il pallone ed è formato dai segmenti che congiungono il pallone stesso ai due pali della porta.
La bisettrice, di conseguenza, è quella linea che dal pallone arriva al centro della porta e che divide in due l’angolo in questione.
E' canonico dire che bisogna muoversi avanzando sulla bisettrice per chiudere al meglio lo specchio della porta. E in teoria è molto semplice. Più riesco ad avanzare sulla bisettrice che porta al pallone più rendo la porta piccola all'avversario. Ma avete idea di quante correzioni è opportuno, necessario fare rispetto alla bisettrice base, come risposta alla situazione specifica che ci troviamo ad affrontare? PROFONDITA' DELLA BISETTRICE. Avanzare sulla bisettrice verso l'avversario in possesso di palla che può concludere a rete ha un fondamentale aspetto da valutare: la profondità.
Ovvero, fino a che punto è conveniente allontanarsi dalla porta per stringere lo specchio all'avversario? Quando è opportuno fermarsi? Sono valutazioni che bisogna fare in primo luogo in relazione alla distanza della palla dalla porta, poi in relazione alle caratteristiche fisico-atletiche del portiere impegnato. Perché questo? Perché avanzare molto significa chiudere lo specchio laterale sui pali, ma significa anche scoprire la parte alta della porta, in questo caso più vulnerabile sulle traiettorie a parabola.
Tenendo presente questo aspetto, quando il pallone è piuttosto lontano dalla porta (25/30 metri), la profondità della nostra bisettrice non deve essere esasperata: da quella distanza, il vantaggio di allontanarsi molto dalla porta per chiudere lo specchio (laterale) della stessa è inferiore ai rischi, che aumentano, di vedersi scavalcati da una traiettoria a parabola sopra la nostra testa.
Entrano poi in gioco le caratteristiche fisiche del portiere: a parità di distanza del pallone, un portiere molto alto o particolarmente esplosivo può osare di più, con una profondità maggiore della bisettrice, perché maggiore è la sua possibilità di recuperare su traiettorie che possono scavalcarlo.
Prossimamente analizzeremo le correzioni da compiere sulla bisettrice base in relazione alla posizione dell’avversario, al piede di tiro e alle conseguenti traiettorie.
Alan Ballatore