Coppa Abruzzo, la finale di Pianella tra tafferugli, ferimenti e danneggiamenti
La finale di Coppa Abruzzo tra Atletico Morro D'Oro e Il Delfino Flacco Porto disputata domenica sul neutro di Pianella avrebbe dovuto essere una festa e invece è stato lo scenario dell'ennesima vergogna calcistica consumata sugli spalti e in campo.
Alcuni "signori" che hanno assistito al match dal settore riservato all'Atletico, dopo la fine dei tempi supplementari ma prima dell'esecuzione dei calci di rigori "lanciavano un'asta di legno con la quale colpivano alla testa il portiere avversario, il quale riportava trauma cranico non commotivo e contusione al dito della mano sx, come da referto medico rilasciato dal ASL N.2 di Lanciano-Vasto-Chieti."
Così sul comunicato ufficiale ma non finisce qui. Gli stessi signori "procuravano la rottura di sedie dalle tribune lanciando alcuni pezzi delle stesse in campo."
E in una domenica di pura follia, per non farsi mancare niente, ingiurie all'arbitro e ai suoi familiari nonchè l'esplosione di un forte petardo.
Per questi fatti la giustizia sportiva (tutt'altro che severa) ha inflitto all'Atletico Morro D'Oro un'ammenda ridicola di 1200 euro e la squalifica del campo per (udite udite) una giornata.
Riferito della vergogna consumata sugli spalti passiamo al campo. Sono stati diversi i cartellini rossi e il giocatore punito più severamente è stato Andrea Casimirri dell'Atletico Morro D'Oro che è stato appiedato per quattro giornate in quanto "Per reazione a schiaffo subito colpiva con un forte pugno alla nuca un avversario che richiedeva l'intervento sanitario e che procurava "bernoccolo" alla parte colpita." Non si sono risparmiati neanche Simone Di Nardo de Il Delfino Flacco Porto (due giornate), Luigi Collevecchio e Lorenzo Pierabella entrambi dell'Atletico Morro D'Oro puniti con una gara di squalifica ciascuno.
Dopo tutto questo ci si aspettava il reclamo de Il Delfino che ha preso parte alla lotteria dei rigori (persa) con il portiere non propriamente nelle migliori condizioni fisiche e insostituibile perchè i cambi erano esauriti. E infatti il reclamo parte ma non si entra neanche nel merito perchè (udite udite di nuovo) "il reclamo è stato sottoscritto da persona non idonea a presentarlo, in quanto dirigente privo del potere di firma e che, inoltre, non risulta che copia del reclamo sia stata inviata alla controparte."
Capite? Il Delfino Flacco Porto Pescara ha presentato un reclamo sottoscritto da un dirigente che non poteva firmarlo e non ha mandato la copia all'Atletico Morro D'Oro come da regolamento. In pratica i pescaresi hanno finito per diventare cornuti e mazziati. Ma la zappa sui piedi se la sono data da soli perchè, dimostrando di non conoscere neanche i regolamenti, hanno certificato di essere non solo dilettanti ma anche, e forse soprattutto, allo sbaraglio.
Insomma la Coppa Abruzzo stagione 2013/2014 si chiude con una figuraccia sulla quale tutti sono chiamati a riflettere a cominciare dall'organizzatore, per proseguire con chi non sa tenere le mani a posto (in campo e sugli spalti) per chiudere con il Giudice Sportivo che ha perso una clamorosa occasione per dimostrare che certi atteggiamenti vanno puniti in modo molto più severo. Per pagare il "multone" basterà una piccola questua tra le vie del paese e giustizia sarà fatta.